GIOVE:il satellite galileiano Callisto

Caratteristiche generali
È per dimensioni il terzo satellite del Sistema Solare, dopo Ganimede e Titano, infatti con un diametro di 4848 Km ha dimensioni paragonabili a Mercurio; porta il nome della ninfa amata da Zeuz che Era trasformò in orsa e che Zezu pose in cielo creando la costellazione dell'Orsa Maggiore.

Foto di Callisto del Voyager 2
Particolarità
A causa della sua maggiore distanza da Giove, 1.883.000 km, non è in risonanza orbitale con gli altri satelliti medicei, pur ruotando in modo sincrono attorno al pianeta; l'assenza della risonanza comporta la mancanza di un apprezzabile riscaldamento dovuto ad effetti mareali (Tsuperficie=120K); inoltre trovandosi Callisto al bordo esterno della magnetosfera di Giove, il flusso di particelle cariche sulla superficie è molto scarso, circa 300 volte inferiore a quello di Europa.
L'orbita, percorsa da Callisto in 16.68902 giorni terrestri, mostra una modesta eccentricità ed inclinazione, che cambiano quasi periodicamente, su scala secolare, a causa delle perturbazioni gravitazionali planetarie e solari per l'effetto Kozai (eccentricità=0.0072-0.0076, inclinazione=0.20o- 0.06o).Tali variazioni orbitali causano variazione nell'inclinazione dell'asse del satellite, che varia tra 0.4o e 1.6o.
A seguito dei dati rilevati dalla sonda Galileo, che lo ha sorvolato 4 volte nel 1996/97 e nel 2001, arrivando ad una distanza dalla superficie di 138 km, Callisto è stato scelto come target del progetto NASA "HOPE" (Human Outer Planet Exploration), riguardante le future esplorazioni del Sistema Solare; il progetto consiste nel costruire sulla sua superficie una base per produrre il combustibile per le successive esplorazioni del Sistema Solare esterno, oltre ad essere una base ideale ideale per l'esplorazione del sistema gioviano, in particolare di Europa. Il satellite è stato "visitato" anche dalle sonde Pioneer 10 e 11 nel 1970, dalla sonda Cassini nel 2000 e dalla sonda New Horizons nel febbraio-marzo 2007.

Struttura interna
Callisto ha una massa di 1.08x1023 kg e la sua densità (1.83 g/cm3) indica la presenza di un miscuglio di roccia e ghiaccio d'acqua in quantità approssimativamente equivalenti, con tracce di elementi organici; quindi lo strato di ghiaccio è più spesso che negli altri satelliti galileiani.
La composizione delle rocce non è nota, ma si sospetta sia simile a quella delle condriti ordinarie H (cioè pesanti) ma senza ferro e molti più ossidi di ferro.
Dai dati della sonda Galileo si è dedotto il satellite dovrebbe essere composto dal 49% di ghiaccio di acqua e dal 51% di roccia; la crosta rocciosa superficiale sembra si muova su un oceano salato profondo tra i 50 km e i 200 km, che potrebbe anche ospitare delle forme di vita; al di sotto dell'oceano ci sarebbe uno strato di ghiaccio dello spessore compreso fra gli 80 km e i 150 km.
Foto del cratere Har; si puņ notare il piccolo picco al centro del cratere
Modello della struttura interna di Callisto Nel caso tale oceano salato non esistesse, lo strato ghiacciato sotto la crosta superficiale dovrebbe superare lo spessore di 300 km. La parte più interna di Callisto sembra composta di roccie e ghiaccio compressi e la percentuale di roccia sembra cresce all'aumentare della profondità, fino ad arrivare al piccolo nucleo di soli silicati, il cui raggio non dovrebbe superare i 600 km. La presenza dell'oceano salato sotto la superficie spiegherebbe il comportamento del campo magnetico di Callisto, che varia in direzione a seconda delle diverse configurazioni orbitali del satellite rispetto al campo magnetico di Giove, cosa facilmente spiegabile se all'interno di Callisto si trova uno strato di fluido molto conduttivo, quindi acqua con delle piccole percentuali di sale, ammoniaca o qualunque altra sostanza anticongelante.
Inoltre l'emisfero opposto alla struttura a raggiera Valhalla, resto di un impatto meteorico, non mostra fratture, contrariamente a quanto si vede sulla Luna o Mercurio per crateri simili, e uno strato liquido sarebbe ingrado di assorbire le onde sismiche prima che si rifocalizzino sul punto opposto della crosta superficiale.
Pur sospettando che tale oceano possa contenere dei microrganismi extraterrestri, le condizioni per la presenza di forme di vita in esso sono meno favorevoli di quelle di Europa, soprattutto a causa della mancanza di contatti con materiale roccioso e dello scarso riscaldamento proveniente dalle zone interne del satellite.
Il cratere Valhalla
La superficie di Callisto fotografata dalla sonda Galileo Questa struttura parzialmente differenziata di Callisto sarebbe legata alla come si è formato il satellite; la teoria più accreditata ipotizza che si sia formato dal disco di gas e polveri che circondava Giove, subito dopo la formazione del pianeta, per lento accrescimento in circa 0.1-10 milioni di anni. La mancanza del riscaldamento dovuto a forze mareali ha impedito la liquefazione del ghiaccio presente e quindi il rimescolamento del materiale sarebbe avvenuto solo all'interno di strati di spessore limitato, ad esempio in superficie lo strato sarebbe stato di soli 100 km; più internamente gli strati di ghiaccio si differenziavano per la fase di cristallizzazione (ne sono stati identificati 7), a causa della forte pressione.

Superficie
La superficie di Callisto è relativamente scura (albedo=0.20), meno della metà degli altri satelliti galileiani, e mostra una crosta molto antica, circa 4 miliardi di anni (età del Sistema Solare), e segnata da grandi crateri di origine meteorica, i più grandi dei quali sono stati cancellati dai movimenti della crosta ghiacciata durante le ere geologiche (palinsesti), così come le montagne: i meteoriti che hanno formato i crateri hanno sfondato la sua crosta portando alla superficie acqua, che qui si è consolidata, così si sono formate le strutture di ghiaccio a raggiera e ad anello che si vedono attorno ai crateri. Per lo stesso motivo non sono presenti crateri con diametro inferiore ad 1 km, anche se le molte piccole zolle e cavità presenti sulla superficie ne sono i resti, in quanto non ci sono traccie di attività geologiche simili alla tettonica a zolle terrestre.
Sulla superficie sono anche visibili delle lunghe catenae di crateri da impatto allineati, ad esempio la Catena Gipul, probabilmente dovute all'impatto di un corpo che si era frammentato passando vicino a Giove. Tali catene sono presenti anche su Ganimede e sulla Luna.
Foto della Gipul Catena
Foto della Gomul Catena
Il cratere Asgard fotografato dalla Galileo Ma le strutture più appariscenti sono i bacini chiari formati da numerosi anelli concentrici, disposti intorno ai siti dei maggiori impatti meteoritici e in cui sono presenti anche dei palinsesti; i due più grandi sono il cratere Valhalla, che al centro ha una zona brillante larga 600 km circondata da anelli concentrici che raggiungono i 4000 km di diametro, e il cratere Asgard, che ha un diametro di circa 1600 km. Tali strutture si sono formate a causa del simmetrico propagarsi verso l'esterno delle potenti onde d'urto generate dalle esplosioni seguenti gli impatti meteorici: queste onde d'urto hanno creato nella zona centrale una cavità (il vero e proprio cratere) e contemporaneamente hanno deformato simmetricamente tutto lo strato superficiale di una vasta regione circostante, creando in questo strato solido una struttura simile alle onde che nascono quando si getta un sasso nell'acqua.
Alle catene di crateri sono stati assegnati i nomi di luoghi mitologici nordici: Eikin Catena, Gomul Catena, Fimbulthul Catena, Svol Catena...; ai crateri i nomi di eroi ed eroine nordici, o legati al mito greco della ninfa Calliso: Ahti Crater, Akycha Crater, Beli Crater, Dia Crater, Pekko Crater, Vu-Murt Crater, ...; alle larghe strutture ad anello, resti degli impatti meteorici, sono stati dati i nomi di città e stati degli eroi e dei nordici: Alinda (mitologia Inuit), Utgard (mitologia tedesca), Asgard, Valhalla e Heimdall (mitologia norvegese).

Atmosfera
Callisto possiede un'atmosfera di anidride carbonica molto tenue; è stata osservata per la prima volta dal Near Infrared Mapping Spectrometer della sonda Galileo grazie alla righe di assorbimento vicino a λ=4.2 μm. poiché tale atmosfera viene dispersa nello spazio in soli 4 giorni, questa deve essere costantemente rifornita, probabilmente dalla sublimazione dell'anidride carbonica ghiacciata che si trova in superficie. Per quanto riguarda la fotosfera i dati rilevati dalla sonda Galileo rivelano una alta densità di elettroni (7-17x104cm-3), inspiegabile considerando la fotoionizzazione dall'anidride carbonica atmosferica, per cui si sospetta che l'atmosfera sia dominata da molecole di ossigeno, anche perchè il telescopio spaziale Hubble ha rilevato dell'ossigeno solido intrappolato sulla superficie del satellite.

 

Tabella riassuntiva sul Sistema Solare

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© Loretta Solmi, 2011        Adapted For The Hell Dragon Web Site