Il fascino dell'oriente

Un'altro elemento cho spinge molti ad avvicinarsi alle arti marziali, nello specifico iaido o kendo, e' il fascino dell'oriente. Questa motivazione e' piu' solida di quella dell'autodiffesa.

Da noi per un lungo periodo, (ed ancor oggi) la religione ha rappresentato un punto fermo ed ha fornito risposte a tutti gli interrogativi esistenziali che l'uomo si pone. Ma oggi il senso religioso e' attenuato in una societa' multi-etnica e multi-culturale, ove la scienza da tante risposte, anche se a volte un po' confuse. Si cercano quindi nuove fonti di verita' e ci si rivolge all'oriente ove, fra l'altro, religioni, come il Buddismo e lo Scintoismo, raccontano un legame con la natura che il nostro mondo tecnologico dimentica. Le arti marziali orientali si accompagnano poi a spiccioli di Buddismo, specie la giapponesi, veramente intrise di Buddismo Zen, e tutto questo ha un suo fascino.

Cosi' i paesi orientali sono guardati con curiosita', ma sono un qualcosa di diverso, e finiscono per essere immersi in un alone mistico, esoterico, ove tutto assume un aspetto fantastico. In particolare il Giappone appare come magico, tutto ben ordinato, con le persone gentili e rispettose, i giardini e i templi, tutti ben curati, i paesaggi con il Fujiyama in fondo ed i ciliegi in fiore. Ed e' anche pieno di belle cose tecnologiche, tanti gadget, ed i supertreni, ovviamente in orario, e poi ci sono le bellissime stampe dell'Ukiyo-e (https://en.wikipedia.org/wiki/Ukiyo-econe) ed i fumetti, che ne ereditano um po' lo stile, e poi i film sono bellissimi, con questi Samurai, che impersonano la rettitudine, la verita', il rispetto, il senso del dovere, fino ad arrivare al suicidio.

Ci sono in giro dei veri fanatici dell'oriente, delle sue filosofie ed in particolare del Giappone: amano il cibo giapponese, leggono fumetti giapponesi, giocano a videogiochi fatti in Giappone, comprano elettronica giapponese... in genere non sono mai stati in Giappone.

Ma guardiamo piu' da vicino, con una diversa ottica, questa societa' giapponese che ci raccontano le favole, specie il periodo Edo, quello di riferimento per le storie dei samurai: una casta privilegiata domina una societa' di contadini, che hanno ben pochi diritti. Il paese e' tutt'altro che ricco, il potere finanziario lo detengono i nobili di alto rango od i mercanti piu' ricchi. La casta dominante e' divisa in clan entro cui vige una rigida struttura gerarchica; lo Shogun ha il potere assoluto, e tiene tutto sotto controllo, poi ci sono i signori locali (i damyo ), di diversa importanza, che controllano il territorio, i loro dignitari, i loro samurai, e sotto di loro tutti gli altri. Gli spostamenti sono soggetti ad autorizzazione, la maggior parte della popolazione (i contadini) sono legati alla terra che coltivano, e non hanno nessuna possibilita' di migliorare il loro stato sociale. C'e' l'idea della responsabilita' collettiva, una mancanza di un membro ricade su tutta la famiglia, o addirittura su tutto il villaggio od il clan. Le donne non hanno ruoli se non quelli legati alla famiglia. Elezioni, democrazia, sindacati, sono concetti inesistenti.

Il Giappone moderno, nonostante tutti i cambiamenti, si porta dietro questa eredita' culturale, con le gerarchie, il formalismo, il maschilismo, la necessita' di essere conformi; l'individuo e' come compresso in una struttura sociale rigida ed autoritaria. E' un bel posto da visitare, ma andarci a vivere e lavorare e' un'altra cosa. Pero' l'entusiasta del Giappone va in Giappone al piu' come turista e resta entusiasta dell'aspetto idilliaco che gli viene presentato, e magari, continua a fare arti marziali a lungo.