Uomo, una scimmia industriosa
Anni fa mi capito' in mano un libro fotografico che riprendeve il testo di Desmond Morris: "La scimmia nuda". Erano foto che mostravano comuni atteggiamenti umani, e poi foto di scimmie, in atteggiamenti simili; la somiglianza era sorprendente.
Ho dato un'occhiata, recentemente, al libro di Morris, l'ho trovato superficiale, e un po' noioso; ma l'idea che suggerisce e' quella giusta; non siamo tanto diversi dalle scimmie; per lui siamo "scimmie nude" per me, piu' attento alle cose tecniche: "scimmie industriose".
Le dicotomie: uomo-natura, uomo-animali sono un qualcosa di insito un po' in tutte le culture, cosi' abbiamo un dio creatore che fa gli uomini per ultimi dandogli il dominio sugli altri animali, od una gerarchia di esseri con l'uomo (o il sacerdote) al vertice, o dei da cui gli uomini discendono.
Niente di piu' sbagliato; la natura e' caos, e noi ne facciamo parte, semplicamente, come gli insetti, i betteri, i pesci e cosi' via; non e' che siamo speciali o piu' cattivi, siamo semplicemente animali, come gli altri. Non esiste una contrapposizione uomo-natura; tutti gli esseri viventi modificano l'ambiente in cui vivono: abbiamo montagne fatte di conchiglie e lo stesso ossigeno che respiriamo una volta non c'era. Se poi si esagera con le modifiche finisce che ci si estingue, ma questo e' un altro problema.
Ma l'uomo e' spocchioso e sostiene da sempre di essere superiore alle piante e agli altri animali; anche nel magnificare la natura, e nel parlare della sua conservazione, si estremizza la contrapposizione uomo-natura, che va tanto di moda, e che implica che l'uomo sia qualcosa di diverso , di speciale, e magari superiore (o inferiore) al resto. Ma per definire un sopra ed un sotto bisogna definire una scala di valori, ed un criterio di ordinamento, ma, in natura, quale sarebbe? La numerosita'? Siamo solo qualche miliardo, molti insetti e batteri ci battono; le dimentsioni ? Molti altri animali sono piu' grossi. La longevita'; le tartarughe sono famose per questo. La cattiveria... una volpe in un pollaio fa una strage, ma una gallina gli basterebbe per sfamarsi... forse l'inteliggenza?
L'intelligenza: e' difficile darne una definizione e misurarla, ma potrebbe essere questo che ci contraddistingue, gli altri animali ne hanno meno (sembra), ma e' certo che noi costruiamo oggetti piu' complicati, abbiamo interazioni complicate, strutturiamo una societa' complicata, insomma siamo animali complicati ed industriosi, di particolare abbiamo dalla capacita' di elaborare concetti astratti ed usarli per il ragionamento.
Qualcuno mi dice che la differenza fra uomo ed animale e' il concetto del tempo, gli animali vivrebbero solo il presente; ma sappiamo che si ricordano le cose passate e imparano, per cui non so se e' proprio cosi'. Noi il tempo lo gestiamo perche' lo misuriamo; ad intuito sappiamo se una cosa l'abbiamo fatta sei settimane fa o sette? Credo di no; guardiamo il diario, e abbiamo il calendario che ci ricorda cosa fare domani e dopodomani.
La capacita' di elaborare concetti astratti e collegarli nel ragionamento, questa e' la caratteristica dell'animale: "uomo".
Ma cose' l'astrazione ? Ecco, prendiamo un concetto semplice, l'idea di un "bicchiere": dal vedere tanti bicchieri diversi alla fine ce ne facciamo un'idea che non e' nessuno dei singoli oggetti che abbiamo visto; e' come una specie di media, ma comprende anche la funzione dell'oggetto: una pentola diventa il bicchiere del gigante. In certi casi anche il suono della parola, o i caratteri con cui e' scritta, finiscono per essere elementi dell'idea astratta che ci creiamo. Le nostre astrazioni non sono mai precise, hanno sempre qualcosa di vago, e poi le cambiamo, in base a nuove esperienze.
Ma l'uomo fa un altro passo, utilizza queste astrazioni per i suoi ragionamenti, fa collegamenti, modelli, deriva dalle astrazioni altre astrazioni, fino ad arrivare ad idee che non si sa piu' a cosa corrispondono.
E' tutto un po' caotico, ma sembra che funzioni, dato che con queste cose siamo diventati qualche miliardo e ci siamo creati una tecnologia comoda che non ha nessun altro animale.
Gli altri animali ragionano per associazioni di idee semplici, creandosi semplici immagini di relazioni causa-effetto, senza crearsi tanti concetti astratti e farsi tanti problemi. E con semplici associazioni si puo' andare molto piu' in la' di quanto comunemente si creda; con i corvi che si fanno rompere le noci dalle macchine di passaggio, i gatti che imparano ad attaccarsi alle maniglie per aprire le porte, e addirittura branchi di predatori che mettono insieme strategie di caccia.
Parlare di istinti (comportamenti animali innati) e' un po' riduttivo. E poi anche gli uomini hanno i loro istinti, e li esprimono tramite idee astratte che ci creiamo; cosi' l'istinto dell'appartenenza al gruppo (proprio di tutti degli animali che vivono in branchi) da origine a idee come "patria", "onore", "lealta" , l'istinto riproduttivo diventa "amore", che e' un concetto allargato che va ben oltre l'esprimere lo stato psico-fisico dell'innamoramento; e cosi' via, con tante idee che crediamo fondamentali per la nostra civilta', ma poi non sono altro che espressioni dei nostri istinti animali, trasformati in concetti astratti.
Fra le varie astrazioni c'e' l'idea di esistere, che deriva dalle sensazioni di se che ci da il nostro corpo. Quando si prende coscienza di se ci si fa delle domande, ci chiediamo chi siamo e ovviamente ci diamo delle risposte.
Siccome siamo abituati a ragionare per schemi di causa-effetto, ove qualcosa causa qualcos'altro e la causa precede l'effetto nel tempo, si pensa che ogni cosa sia creata da qualcos'altro, anche noi. Di qui l'idea di un dio, un esssere superiore che ci ha creato; gli dei possono esssere la risposta a tutte le domane.
Siamo un po' egocentrici, usiamo noi stessi come modello per gli dei, e ci facciamo gli dei a nostra immagine e somiglianza. Spesso gli dei sono immagini umanizzate di fenomeni naturali, ma piu spesso, siccome viviamo in branchi con struttura gerarchica (come certe razze di scimmie), gli dei sono pensati come una specie di super-capo, esseri superiori, che a seconda della struttura sociale del momento possono essere una famigliola litigiosa, (come per gli dei dell'olimpo o quelli norreni), o si ha un dio unico e un po' tirannico, ovviamente con tutta una schiera di santi e beati come sottoposti, ad immagine di un regno umano; ci sono anche dei che rappresentano cicli vitali, come nascita, vita, morte. E siccome ci piace l'alto e la luce, (forse un ricordo di quando si abitava sugli alberi) gli dei vengono posti in alto, su un monte o addirittura in cielo e appaiono in un alone di luce.
Ovviamente fra gli uomini e gli dei c'e' una relazione particolare, che non riconosciamo agli altri animali. Ad esempio nella bibbia l'uomo e' fatto ad immagine e somiglianza di dio, per dominare sugli animali, poi viene fatta anche la donna, ma in un secondo momento.
Non solo abbiamo coscienza del nostro corpo, a causa delle sensazioni che il corpo ci da, ma c'e' anche coscienza del fatto che pensiamo, e siccome la "sensazione" del pensare e' diversa dalla vista, udito, tatto etc., nasce l'idea che ci sia da una parte il corpo, che e' quello che percepiamo coi nostri sensi comuni, e poi anche qualcosa di diverso, diciamo "spirituale" che a volte chiamiamo: anima. E siccome non ci piace morire, ma prima o poi i corpi si disfano, ci inventiamo che l'anima e' immortale, ed eventualmente, dopo morti, ci reincarniamo. L'idea dell'anima e la religione poi finiscono per integrarsi in sistemi molto strutturati, con tutto un sistema di paradisi, inferni, santi, beati, preghiere, riti, monaci, chiese e cosi' via.
Ma l'idea che il nostro pensiero (o un'eventuale "anima") sia qualcosa che va oltre il sensibile, e' molto radicata; resta anche quando ci si svincola dalle credenze religiose del momento. Ci sono stati addirittura grandi pensatori, che hanno pensato che il nostro pensiero sia la vera realta' e quello che tocchiamo e vediamo qualcosa di accessorio. Troviamo la cosa in certe idee platoniche del IV secolo A.C. ma anche in tempi piu' recenti, come nell' idealismo tedesco dei tempi di Heghel, ripreso qui da noi da Croce e Gentile, queste idee hanno avuto grande influenza su tutta la cultura europea fra l'ottocento ed il novecento 1.
La nostra scuola, nata dalla riforma Gentile, e' pregna di questa idea della nobilta' di un "pensiero", insegnato nei licei classici, che e' ben al di sopra delle povere cose tecniche insegnate nelle scuole professionali 2.
In un certo senso tanti animali parlano, usano suoni e movimenti diversi per esprimere sensazioni ed intenzioni, ma il numero di suoni diversi e' limitato, anche per i delfini, che sembra usino molte parole. L'uomo invece ha parole per qualunque cosa, e un sistema di linguaggio piu' articolato, con tutta una sintassi complicata. Associare suoni ad oggetti o addirittura ad idee e' un passo ulteriore sulla via del ragionamento astratto, il suono diventa tutt'uno col concetto che esprime, e' un simbolo che lo rappresenta, che possiamo usare nei ragionamenti.
In piu', non da molto, ma si e' imparato a scrivere, ad usare simboli grafici per i suoni od i concetti. Scrivendo non si e' piu' vincolati ad un contatto diretto per comunicare, ed in piu', grazie al nostro modo molto libero di creare astrazioni, integrando il simbolo grafico con cio' che rappresenta, possiamo arrivare ad un ragionamento formale, come quello della matematica.