ROMA: La scuola

 

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Nella Roma repubblicana era il padre che pensava all'educazione dei figli maschi, mentre la madre insegnava alle bambine a diventare brave donne di casa. In seguito,i figli delle famiglie più ricche continuavano a studiare in casa, ma sotto la guida di un pedagogo, un maestro privato pagato dai genitori, mentre gli alri bambini si recavano a scuola.
La scuola, situata in genere sotto un portico o in una stanza aperta sulla strada, era tenuta da insegnanti privati di solito liberti, retribuiti dalle famiglie degli alunni.

Verso la fine della Republica si aprirono le prime scuole publiche. I bambini maschi ricchi dai sette ai dodici anni imparavano a leggere, a scrivere e a far di conto grazie a un maestro, un grammaticus, che impartiva loro anche una severa disciplina. Successivamente, fino ai diciassette anni, i ragazzi venivano affidati a un altro maestro, un rethor, per imparare l'arte dell'elocuenza: imparavano a memoria le leggi delle XII tavole, si esercitavano nella lettura dei testi greci e latini, studiavano geografia, storia, matematica, fisica e astronomia.

Anche le bambine andavano a scuola, ma dopo i dodici anni la loro educazione continuava in casa, ed era rivolta soprattutto alla musica, alla danza e all'economia domestica.

Una scuola pubblica
Educazione delle femmine
Un rethor con l'allievo